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domenica 23 agosto 2020

Il Grande Disastro dei Modelli Predittivi della Pandemia: Come hanno sballato di oltre un fattore 1000!

 

Siamo in momento particolarmente adatto a dare un giudizio un tantino vitriolico -- come si meritano -- ai modelli epidemiologici che hanno guidato le scelte del governo fino ad oggi. 

Guardate la tabella qui sopra. E' presa da un rapporto del famigerato CTS (comitato tecnico-scientifico) che si basava su modelli sviluppati dall'altrettanto famigerato Imperial College.

Il documento non viene da una fonte ufficiale, ma gira da un pezzo e la sua autenticità non è mai stata smentita. Non ha data, ma risale probabilmente ad Aprile-Maggio e descrive quello che ci si potrebbe aspettare alla riapertura dopo il lockdown di primavera. Il primo scenario, "A" corrisponde alla riapertura completa, nessuna restrizione. Gli altri due subito dopo, "B" e "C" corrispondono a una riapertura con alcune restrizioni, per esempio scuole chiuse. Gli altri scenari, dall' "1" in poi, corrispondono a ipotesi poco realistiche, tipo che nessuno va a lavorare e cose del genere. 

Diciamo che dei tre scenari principali, quello più simile alla situazione attuale (scuole chiuse, ma il resto più o meno riaperto) corrisponde allo scenario "B". Bene, ora guardate la previsione. Secondo questi qua, al 20 Agosto (cioè qualche giorno fa) dovevamo avere circa 120mila persone in terapia intensiva. Quanti ne abbiamo realmente? L'ultimo dato è di 64 in totale. La previsione ha sballato di un fattore 2.000!

C'è chi ha giocato con questi numeri per cercare di giustificarre i modelli, dicendo, "ma altri scenari davano numeri più bassi" -- si, ma viene voglia di ringraziare l'organo riproduttivo dei mammiferi. Se uno presenta un totale di 92 scenari (come fanno questi qui) uno che più o meno l'azzecca lo trovi per forza. Anch'io vi posso fare un modello che prevede con assoluta certezza i numeri del lotto: uscirà sicuramente un numero da 1 a 90 -- andate tranquilli: è un modello che non sbaglia mai.

Cosa hanno sbagliato i modellisti? Molte cose ma, come spesso succede, ognuno tende a credere che il mondo che lui ha in testa sia quello reale e a comportarsi di conseguenza. I modellisti hanno veramente pensato che i loro modelli descrivessero il mondo reale e non si sono resi conto che hanno peccato principalmente di mancanza di umiltà -- quello che a volte chiamiamo "hubris." Su questo punto c'è un bell'articolo di Saltelli e altri su "Nature" che descrive cosa NON si deve fare con i modelli.

Il risultato è stato un gran bel disastro. Su come la faccenda si sia evoluta politicamente diventando ingestibile, potete leggervi un bell'articolo di Thaddeus Michael, intitolato "Perchè il mondo ha perso la bussola? E' in inglese e parla della Gran Bretagna ma, 1) è di una chiarezza cristallina e 2) google translate fa miracoli e 3) descrive benissimo anche la situazione italiana.

 

Ringrazio Sergio Zanatta e Sara Gandini per i loro commenti





giovedì 25 novembre 2010

Un millimetro all'anno


Alcuni dati molto recenti dalle misure satellitarie segnalato da Psyorg e anche dal blog "Crisis". Misurare il livello dei mari non è cosa semplice, ma lo si fa con metodi indiretti basati sulla "trazione" gravitazionale che agisce sui satelliti, che è proporzionale alla massa che sorvolata. 


I dati sono chiari: il livello dei mari si sta alzando. Questo è causato sia dallo scioglimento dei ghiacci continentali, sia dall'aumento di temperatura dell'acqua che ne causa l'espansione. In entrambe i casi, è un effetto del riscaldamento globale.

Per ora è una cosa piccola. Le misure satellitarie (sensibili alla variazioni della massa degli oceani) ci fanno vedere un aumento di circa 1 millimetro all'anno nel periodo considerato, ovvero di circa 5 anni. Dato che lo scioglimento dei ghiacci è cosa che avviene ormai da qualche decennio, siamo a parlare di qualche centimetro di crescita negli ultimi 50 anni. Più o meno è nel range previsto dai modelli, come si vede in questa figura; presa dal rapporto 2007 dell'IPCC.




Dice Debora Billi su Crisis che "forse non è ancora ora di trasformare la nostra casa in montagna in una villetta al mare, ma il cambiamento c'è." E, infatti, è proprio questo il punto. Tutti i grandi cambiamenti cominciano piccoli - bisogna intervenire prima che diventino grandi. E ignorarne l'esistenza è ancora peggio.