martedì 4 maggio 2010

Le regole del gioco



Mi arriva ogni tanto la critica: "ma tu che non sei un climatologo di professione, come sta che tieni un blog sul clima?" Per rispondere, lasciatemi raccontare una piccola storia che ha a che fare con la mia esperienza di giocatore di scacchi.


Mio zio ingegnere mi ha insegnato a giocare a scacchi quando avevo, credo, sei anni. Da adolescente, ero un grande appassionato anche se, devo dire, non sono mai stato un grande giocatore. Tendevo ad essere interessato più che altro alla teoria - mi mancava la pratica e l'intuito che fanno il vero scacchista. Così, mi è capitato anche di giocare con persone abbastanza quotate a livello nazionale, ma il risultato è sempre stato che mi hanno stracciato con facilità irrisoria.

Da questo, ho imparato che c'è una differenza abissale fra un maestro e un dilettante. Contro un grande maestro, il dilettante non ha più possibilità di vincere di quante ne avrebbe Giacomo Leopardi combattendo a calci rotanti contro Chuck Norris. Ma giocare contro un maestro è un onore anche se sei un dilettante; lo sai che perderai, ma imparerai qualcosa.

Il fatto è che, negli scacchi, sia il maestro che il dilettante obbediscono alle stesse regole. Gli scacchisti fanno delle regole del gioco quasi un feticcio. A parte le regole sul movimento dei pezzi, ce ne sono altre che hanno a che fare con il comportamento dei giocatori. Ce n'è una ferrea che va sotto il nome di "pezzo toccato, pezzo mosso". In un circolo scacchistico, chiedere di "cambiare mossa" è considerato altrettanto di cattivo gusto come sarebbe oggi raccontare una barzelletta sui pedofili a un cardinale.


Avete capito, a questo punto, dove voglio arrivare. Nella scienza del clima, come negli scacchi, c'è posto per tutti purché si seguano le regole del gioco. Nel caso del clima, le regole sono quelle del metodo scientifico. La scienza del clima è basata su queste regole e chiunque può impararla; così come chiunque può imparare a giocare a scacchi. Se hai lavorato seriamente sul clima, anche se non sei un climatologo professionista, non farai mai la figura del fesso anche se ti capita di confrontarti con l'equivalente in campo climatico di un grande maestro scacchistico. Se vi mettete a discutere, è molto probabile che alla fine lui (o lei) ti dimostrerà che hai torto ma - se si discute secondo le regole - imparerai sicuramente qualcosa. E magari può succedere che anche lui (o lei) impari qualcosa da te; perché no? Anche un grande maestro di scacchi può perdere, occasionalmente, contro un dilettante.

Allora è tutto qui. Possiamo parlare di clima senza bisogno di essere dei climatologi professionisti. Alcuni di noi ci hanno studiato sopra più di altri e quindi ne sanno un po' di più; non importa. Facciamo del nostro meglio; se facciamo errori li possiamo correggere. Finché seguiamo le regole, possiamo sempre imparare qualcosa e andare avanti.

Invece, quelli che non rispettano le regole (ovvero i negazionisti climatici) sono come un bambino che non vuol perdere a scacchi e rovescia per terra la scacchiera dalla rabbia. Sono destinati a rimanere ignoranti e ben gli sta.